Conti cattivi senza sviluppo Aggredire il debito oppure no? Sfida tra iperrealisti e ripresisti Undici miliardi di Bot tutti collocati, anche se con rendimenti più alti per i titoli annuali (2,84 contro 1,49 per cento dell’asta precedente), consentono di tirare un sospiro, in una giornata di Borse calme dopo la fibrillazione post pasquale. Ma nessuno si fa illusioni. Colpa della Spagna (tre stangate in cinque mesi), alla quale Corrado Passera aggiunge anche Germania, Stati Uniti e Cina. Stefano Cingolani 12 APR 2012
Le parziali risposte di Passera su come tornare a crescere Il ministro dello Sviluppo dice che non c’è sviluppo. La Borsa cade del 3 per cento, soprattutto a causa dei titoli bancari (Mps meno 10 per cento). Lo spread ritorna a 350 punti. Per paura della Spagna, ma attenzione, ieri sul mercato secondario i Btp a dieci anni davano un rendimento del 5,19 e i bonos del 5,41, insomma siamo sempre sulla stessa barca. L’Ocse conferma che nel primo trimestre il pil è calato dell’1,6 per cento. Leggi l'editoriale Basta lagne, serve sviluppo Stefano Cingolani 30 MAR 2012
D’Amato loda Fornero ma sui licenziamenti è più montiano di Monti L’articolo 18 cambia, dieci anni dopo l’assassinio di Marco Biagi (il 19 marzo 2002) e dopo la manifestazione al Circo Massimo guidata da Sergio Cofferati (il 23 marzo). Antonio D’Amato ne aveva fatto il vessillo della sua presidenza e oggi dovrebbe stappare champagne. Invece, è solo moderatamente soddisfatto. “Sia chiaro – commenta con il Foglio – è positivo che il paese e la Confindustria affrontino un nodo fondamentale e il governo Monti scelga senza farsi penalizzare da pratiche concertative e da veti anacronistici”. Stefano Cingolani 24 MAR 2012
Squinzi scelto dalla giunta Confindustria, vince un uomo di mediazione e coesione (ai punti) Giorgio Squinzi, 69 anni, patron di Mapei, multinazionale tascabile nella chimica per l’edilizia, ha ottenuto la maggioranza dei voti nella giunta di Confindustria che si è svolta ieri. A meno di un clamoroso ribaltone all’assemblea del 23 maggio, sarà il prossimo presidente della Confindustria, prendendo in mano il testimone da Emma Marcegaglia che lo ha sponsorizzato e sostenuto. Leggi l'editoriale I soliti padroni Stefano Cingolani 23 MAR 2012
Lo scandalo vero è il presidente comunista “riformista” Per la Stampa, istituzionale come sempre, Giorgio Napolitano è “uno sprone”. Per il sobrio Corriere della Sera, “un supporto”. La Repubblica, non sapendo più che pesci pigliare, sorvola: questa volta niente titoli su “moniti” e reprimende. Persino l’editoriale di Massimo Giannini, il quale paragona lo “strappo” sull’articolo 18 addirittura al conflitto di lady Thatcher con i minatori, pur riconoscendo le ragioni di tutti (a cominciare, ça va sans dire, da quelle di Susanna Camusso), evita di citare il presidente. Leggi Monti-Fornero-Bce-Napolitano non tradiscono la Costituzione di Giuliano Ferrara - Leggi Quelli di Repubblica all’opposizione del governo già tanto amato Stefano Cingolani 22 MAR 2012
Mappa elettorale Le ragioni di Squinzi, la sua agenda, il senso della competizione A due settimane dall’investitura, Giorgio Squinzi è in testa nella corsa per la presidenza della Confindustria, distaccando Alberto Bombassei. E’ la prima volta dal 2000, quando duellarono Carlo Callieri e Antonio D’Amato (allora vinse l’imprenditore napoletano contro il manager sostenuto chiaramente da Gianni Agnelli), che i candidati si confrontano apertamente, rinfrescando il complesso rituale che, tra cooptazioni, consultazioni, voti per testa e voti per organizzazione, colloqui con grandi elettori ed ex presidenti, arriva a scegliere la guida del patronat, come lo chiamano in Francia. Stefano Cingolani 08 MAR 2012
Mire e ingognite della strana alleanza fra Palladio e Arpe Incredulità, indignazione, rabbia: da Piazzetta Cuccia filtrano gli umori dei vertici Mediobanca. L’operazione Unipol-Fonsai viene rimessa in discussione da un trio fuori dal coro, balzato in scena senza chiedere il permesso, anche se, in un modo o nell’altro, tutti i maestri cantori hanno incrociato i loro destini con il vecchio establishment. Leggi la prima puntata Stiamo sulle Generali di Stefano Cingolani - Leggi la seconda puntata Gli sfilacciati intrecci di potere che solcano Mediobanca di Stefano Cingolani Leggi Il ruolo dibattuto di Generali nella scalata di Palladio a Fonsai - Leggi La baruffa tra Uni-Mediobanca e Generali sulla super Unipol Stefano Cingolani 21 FEB 2012
Gli sfilacciati intrecci di potere che solcano Mediobanca Adesso abbiamo anche il tifo britannico. Non sono gli hooligan, ma gli yuppy che scrivono sul Financial Times. Rachel Sanderson, corrispondente da Milano tira in ballo Machiavelli (chi altri se no) per raccontare come e perché “i principi” del salotto buono resistono al rinnovamento di cui si è fatto alfiere Mario Monti. E mette il dito nella matassa che s’aggroviglia ogni giorno di più in Piazzetta Cuccia: i legami con Generali e Unicredit o quelli con la stessa Fonsai dei Ligresti, azionista e nello stesso tempo debitrice di Mediobanca. Leggi la prima puntata Stiamo sulle Generali di Stefano Cingolani - Leggi Il ruolo dibattuto di Generali nella scalata di Palladio a Fonsai - Leggi La baruffa tra Uni-Mediobanca e Generali sulla super Unipol Stefano Cingolani 18 FEB 2012
Stiamo sulle Generali “Forse si è perso un anno”. L’attento osservatore di vicende finanziarie alza gli occhi dalla tazzina di caffè con fare pensoso. E prosegue: “Esattamente dodici mesi fa, il gruppo Ligresti sull’orlo del tracollo era nel mirino di Vincent Bolloré e Groupama, seconda compagnia di assicurazione francese, entrambi azionisti di Mediobanca. Leggi Il ruolo dibattuto di Generali nella scalata di Palladio a Fonsai - Leggi La baruffa tra Uni-Mediobanca e Generali sulla super Unipol Stefano Cingolani 17 FEB 2012
Così si aggredisce il debito senza reticenze ma con intelligenza L’asta dei Btp triennali è andata bene, nonostante il declassamento di Moody’s: la domanda ha superato l’offerta e i 4 miliardi di titoli sono stati collocati al 3,41 per cento, ai livelli di aprile 2011. Calano anche gli interessi sui buoni quinquennali, mentre quelli a dieci anni destano più preoccupazione. La tempesta s’allontana, ma non è ancora tempo di quiete. Semmai, è il momento di passare alla seconda fase dell’operazione risanamento, quella che prende di petto il debito. Come? Stefano Cingolani 14 FEB 2012